La prima moneta venne lanciata da Wolfgang Helbig nel 1800
Ogni anno centinaia di persone vengono a Roma e lanciano una moneta nella famosa Fontana di Trevi per esprimere un desiderio. Diciamo che anche noi romani l’abbiamo fatto almeno una volta nella vita. L’usanza vuole che la persona si metta di spalle alla vasca centrale e lanci la monetina per tornare nella capitale. Chi è alla ricerca dell’amore può invece lanciarne due e chi si vuole sposare ben tre!
Accanto c’è anche la fontana degli innamorati. Secondo la leggenda, se due innamorati bevono l’acqua della fontana, rimangono per sempre fedeli e innamorati l’uno all’altra.
Il nome della fontana di Trevi, come spiega la sovrintendenza capitolina, si deve al toponimo in uso nella zona già dalla metà del XII secolo (regio Trivii) o al triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana. È uno dei monumenti più apprezzati, pensate che nel 2021 è stato il più popolare in Italia con più di 260mila recensioni su Google.
Ma che fine fanno le monete lanciate nella Fontana di Trevi?
A pochi è capitato di vedere la raccolta delle monetine della Fontana di Trevi, poiché viene fatta in orari e giorni in cui non c’è tanta gente. Pensate alla folla di gente che solitamente si trova davanti alla fontana nel fine settimana! Sarebbe difficile gestire la delicata operazione di recupero.
Si dice che vengano raccolti circa 3mila euro al giorno, ma non tutti sanno che questi soldi vengono destinati ai più bisognosi. Da anni, infatti, esiste una convenzione tra il Campidoglio e la Caritas diocesana della Capitale. Acea, che si prende cura dell’acqua e dell’impianto d’illuminazione, si occupa anche di raccogliere le monete con una pompa aspiratrice e di quantificare l’ammontare.
Come riporta una vecchia notizia dell’Agenzia Giornalista Italiana, nel 2018 i turisti hanno lanciato nella fontana circa 1 milione e mezzo di euro (il 15% del bilancio che la Caritas della capitale impiega specialmente per fornire un riparo ai senzatetto).