Nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele questa opera misteriosa
La porta Alchemica, o Porta Magica, è un’opera presente nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II. Pochi conoscono questo luogo ricco di misteri.
La porta era uno dei cinque ingressi della villa seicentesca del Marchese di Pietraforte, Massimiliano Palombara (1614 -1680).
Il marchese era un appassionato d’esoterismo ed alchimia. E fece incidere sulle cornici dei simboli alchemici per trovare qualcuno in grado di decifrarne i segreti.
Secondo la leggenda, un pellegrino ospite del marchese cercò di trasformare una sostanza in oro. E venne visto scomparire attraverso la porta magica, lasciando una pagliuzza d’oro e delle formule. Tali simboli vennero incisi, poi, per volontà del nobile sulla porta. Sarebbero le istruzioni per realizzare la Pietra Filosofale.
I simboli incisi sulla Porta Magica si ritrovano nei libri di alchimia e filosofia esoterica della seconda metà del Seicento. Quello sul frontone della Porta Alchemica rappresenta il simbolo del sole e dell’oro.
Per quanto riguarda i simboli sulle cornici, possiamo vedere i pianeti associati ai metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Sotto ai sei simboli, inoltre, ci sono delle frasi. La prima afferma: “Quando nella tua casa corvi neri partoriranno bianche colombe allora potrai dirti saggio“.
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Cos’è la Pietra Filosofale?
Molti di noi la conosceranno per il film della famosa saga fantasy Harry Potter. La pietra filosofale è la sostanza catalizzatrice simbolo dell’alchimia. A seconda del colore, trasformerebbe i metalli in oro (pietra rossa) o in argento (pietra bianca). Secondo questa scienza esoterica, la pietra filosofale avrebbe un triplo potere, oltre a trasformare la materia, fornirebbe l’immortalità e l’onniscienza.
Insomma, tre poteri desiderati da molti. Per questo motivo, gli alchimisti si nascondevano per preservare le loro conoscenze ed evitare che le loro formule finissero nelle mani di persone impreparate che ne avrebbero fatto un cattivo uso.