Roma non finisce mai di sorprendere. Il 17 novembre, nel giorno del suo 75° compleanno, Carlo Verdone diventerà sindaco della Capitale per un giorno.
Un gesto simbolico e affettuoso voluto dal primo cittadino Roberto Gualtieri, che ha deciso di regalare alla città – e a uno dei suoi figli più amati – un titolo che va ben oltre la politica: è un riconoscimento alla romanità, al cinema e all’ironia che hanno reso Verdone parte dell’identità di Roma.
Un’eredità che parte da Alberto Sordi (e torna 25 anni dopo)
Il sindaco Gualtieri ha annunciato la notizia durante l’evento “Repubblica Insieme – Roma, la fabbrica del cinema” all’Auditorium Parco della Musica.
“Per i suoi 75 anni ho chiesto a Carlo Verdone di fare il sindaco per un giorno” ha detto.
Un déjà vu affettuoso: nel 2000 la stessa onorificenza fu data ad Alberto Sordi da Francesco Rutelli.
Gualtieri l’ha definita una scelta “che fa un piccolo passo avanti nel campo largo”, ma per i romani è più un passo nel cuore.
Anche la presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli ha parlato di “un’iniziativa bellissima, che rende omaggio a un figlio autentico di Roma”.
Verdone: “Emozionato e felice, Roma è casa mia (anche se qualche buca resta)”
Verdone ha accolto la notizia con il sorriso di sempre:
Mi sono sentito molto emozionato e felice. Dopo Alberto Sordi, tocca a me. È un gesto d’affetto che mi commuove.
Per un giorno sarà lui a guidare simbolicamente la città che ha raccontato per decenni nei suoi film.
E non mancano le battute: “Le buche sono migliorate, ma una volta rischiai la pelle in moto! Ora però è anche questione di senso civico, non solo di asfalto.”
In perfetto stile Verdone, la sua “agenda da sindaco” includerebbe rimettere il libretto di educazione civica nelle scuole, aumentare i bagni pubblici della città (“In Inghilterra metti una monetina e via, qua devi pregare”), illuminare meglio Roma (“la sera è buia come un film in bianco e nero”).
Roma nei film di Verdone: ironia, malinconia e verità
Per capire perché questa notizia emoziona così tanto, basta guardare la filmografia di Verdone: Roma è sempre stata la sua coprotagonista.
Da “Un sacco bello” e “Bianco, rosso e Verdone”, fino a “Compagni di scuola” e alla serie “Vita da Carlo”, la città è lo sfondo – e spesso il personaggio più autentico – delle sue storie.
Ha raccontato la Capitale con la tenerezza di chi la conosce bene, ma non la idealizza: “Roma è una bella signora lasciata su una sedia sgangherata” ha detto una volta.
Ed è proprio quella contraddizione – tra bellezza e sciatteria, tra amore e disincanto – che rende Verdone il “sindaco morale” di Roma da almeno quarant’anni.
I luoghi del cuore di Verdone a Roma
Carlo Verdone vive nel quartiere di Monteverde Vecchio, nel cuore storico della città, con una vista che abbraccia cupole e tetti come un film di Ettore Scola.
Ama passeggiare a Trastevere, al Gianicolo, e al Testaccio, e cita spesso San Giovanni e via Tuscolana come luoghi pieni di fascino nascosto: “Ci sono interni liberty meravigliosi, palazzi curati, e sembra quasi di non stare a Roma.”
Sono i suoi quartieri dell’anima, quelli dove si ferma a parlare con la gente, a osservare la città vera. Quella che – tra una battuta e un sospiro – prova sempre a migliorarsi, proprio come nei suoi film.
Sindaco di Roma per un giorno: un gesto simbolico, ma dal significato profondo
Il 17 novembre Verdone non prenderà decisioni amministrative, ma farà qualcosa di più prezioso: riaccendere l’orgoglio romano.
Nel suo modo ironico, affettuoso e diretto, ricorderà a tutti che la Capitale è viva se la si ama, se la si rispetta, se la si cura.
Forse non sistemerà davvero le buche o i bagni pubblici, ma porterà un messaggio che vale più di mille ordinanze:
“Roma va amata come si ama una persona di famiglia. Con pazienza, ironia e un po’ de cuore.”
