La romanità permette di conservare i valori e le tradizioni della Città Eterna. I romani possono ricordare con piacere i piatti locali della nonna, i modi di dire, gli usi e costumi di anni fa grazie a fotografie o ricordi di famiglia. Un tempo sul piccolo e grande schermo c’erano dei personaggi che simboleggiavano questo senso di appartenenza a una delle città più affascinanti del mondo. Vediamo chi sono.
La Sora Lella
Elena Fabrizi, la Sora Lella, era considerata la nonna d’Italia. È stata un’attrice, cuoca e conduttrice televisiva italiana. Nel 1984 vinse il David di Donatello come Migliore attrice non protagonista per “Acqua e sapone”. La troviamo nei mitici film con Carlo Verdone. “Annamo bene“.
Alberto Sordi
Un americano a Roma, Il medico della mutua, La bella di Roma sono solo alcuni dei tanti film con protagonista Alberto Sordi nella Città Eterna, dove è presente anche un museo a lui dedicato. Sordi è stato un attore romano tra i massimi esponenti della romanità cinematografica. “Macaroni … m’hai provocato e io te distruggo, maccaroni! Io me te magno!”
Aldo Fabrizi
Nastro d’argento nel 1951 come Miglior attore protagonista per “Prima comunione” e nel 1975 come Miglior attore non protagonista per “C’eravamo tanto amati”. Il noto attore romano, fratello della Sora Lella, scrisse anche alcune poesie romanesche. Eccone una dedicata a un piatto squisito:
E che ce vo’
pe’ fa’ la Panzanella?
Nun è ch’er condimento sia un segreto,
oppure è stabbilito da un decreto,
però la qualità dev’esse quella.
In primise: acqua fresca de cannella,
in secondise: ojo d’uliveto,
e come terzo: quer di-vino aceto
che fa’ venì la febbre magnarella.
Pagnotta paesana un po’ intostata,
cotta all’antica,co’ la crosta scura,
bagnata fino a che nun s’è ammollata.
In più, per un boccone da signori,
abbasta rifinì la svojatura
co’ basilico, pepe e pommidori.
Anna Magnani
Nannarella, così veniva soprannominata Anna Magnani. È considerata una delle migliori interpreti femminili nella storia del cinema italiano. Nel 1956 vinse l’Oscar per il ruolo da protagonista ne “La rosa tatuata”. Fu la prima attrice non di lingua inglese a ricevere tale riconoscimento.
“Nun c’è niente de più bello de na persona in rinascita. Quanno s’ariarza dopo na caduta, dopo na tempesta e ritorna più forte e bella de prima. Con qualche cicatrice in più ner core sotto la pelle, ma co la voglia de stravorge er monno, anche solo co un sorriso.”