Le espressioni popolari sono vere perle di saggezza. Vengono tramandate dai più anziani alle nuove generazioni. Ma che significa quando un romano dice “Beato chi c’ha ‘n occhio“? La memoria ci porta subito a Polifemo, ciclope della mitologia greca, ma non c’entra nulla. Questo detto romano ha un significato profondo e ci aiuta a guardare la vita con un certo ottimismo (che non fa mai male). Il prezioso consiglio è quello di apprezzare ciò che si possiede. Anche un solo occhio ci consente di esplorare e guardare le bellezze su questa Terra.
Dalla tradizione romana “In tera de ciechi, beato chi c’ha n’occhio” significa: “Nella terra dei ciechi, chi possiede un occhio è fortunato“. Quindi, ci fa capire che non bisogna dare per scontato ciò che si ha, anzi quello che si possiede è da considerare come un dono e una fortuna, specialmente nei momenti più difficili. Ci esorta a vedere il bicchiere mezzo pieno quando anche la più piccola risorsa a disposizione può essere d’aiuto.
Oltre a questa interpretazione, esiste un’ulteriore lettura esoterica del detto. Secondo questa visione, l'”occhio” menzionato non si riferisce a un occhio fisico, ma al cosiddetto “terzo occhio” che aiuta a vedere la realtà con una prospettiva più profonda. La luce che ci può aiutare ad illuminare le situazioni più buie.