Il dialetto romanesco
“Daje”, “Eccallà”, “Tajasse” sono alcune delle parole che noi romani siamo abituati a sentire camminando per strada. Cantanti, comici e attori poi hanno diffuso anche i nostri modi di dire sul piccolo e grande schermo. Uno tra i più amati dai giovani è il rapper Carl Brave, pseudonimo di Carlo Luigi Coraggio, che nei suoi testi trasmette l’amore per Roma e per il romanesco.
Spesso il nostro dialetto, così simile all’italiano, viene considerato più una “parlata”. La sua popolarità in tutta Italia consente a tutti quanti di capire il significato delle parole più utilizzate.
Li conosci tutti?
Vediamo se conosci i 17 modi di dire che abbiamo selezionato per te.
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- Morto ‘n papa se ne fa n’artro = Morto un papa se ne fa un altro (nessuno è indispensabile).
- Voi fatte ama’? Fatte sospirà = Vuoi farti amare? Fatti desiderare.
- Chi ce pensa resta senza = Chi ci pensa troppo, rimane senza.
- Si te vede la morte, se gratta = Se ti vede la morte, si gratta (per indicare chi porta sfortuna).
- Er pane de casa stufa = Il pane di casa stufa (le abitudini stancano).
- Fatto trenta, famo trentuno = Fatto trenta, facciamo trentuno (l’ultimo sforzo per finire un lavoro).
- Daje e daje pure li piccioni se fanno quaje = A forza di insistere anche i piccioni possono diventare quaglie (non bisogna mai arrendersi).
- Ahó mica stamo ar Colosseo! = Mica stiamo al Colosseo (quando qualcuno lascia la porta o la finestra aperta).
- Co’ ‘na scarpa e ‘na ciavatta! = Con una scarpa e una ciabatta (chi sta in una brutta situazione economica).
- Cercà Maria pe’ Roma = Cercare Maria per Roma (quando è difficile trovare qualcosa che si sta cercando).
- Troppi galli a cantà, nun se fa mai giorno = Quando parlano in troppi non si arriva mai ai fatti.
- A chi tocca nun se ‘ngrugna = A chi tocca tocca, non deve prendersela.
- Quello che nun strozza ‘ngrassa = Ciò che non uccide rende più forte.
- Becca ‘sti spicci = Tieni queste monete (quando riesci in un’impresa difficile).
- Ogni maravija dura tre giorni = Ogni meraviglia dura tre giorni (anche le cose più belle stancano dopo un po’).
- Er gobbo vede la gobba dell’artri gobbi, ma nun riesce a trovasse la sua = Il gobbo vede la gobba degli altri, ma non la sua (chi vede i difetti degli altri ma non i propri).
- Chi nasce tonno nun po’ morì quadro = Chi nasce tondo non può morire quadrato (nessuno può cambiare la sua natura).