Venerdì 17 novembre 1950 nacque a Roma Carlo Verdone. E visto il giorno funesto i suoi genitori Mario e Rossana per evitargli un’esistenza “sfortunata” decisero di mettergli come secondo nome Gregorio, in segno di buon auspicio. Infatti, a Roma si usa dire “un gran Gregorio” che significa grossa fortuna.
Da ragazzo Carlo non pensava di avere un futuro nel cinema, e tantomeno di fare l’attore, aveva i capelli lunghi, fumava di nascosto, amava la musica (in particolare il genere Rock, Jimi Hendrix era per lui un mito assoluto). Poi nel periodo universitario fu coinvolto dal fratello Luca per partecipare a uno spettacolo teatrale. Solo che a pochi giorni dalla prima rischiarono di non andare in scena, poiché gli attori si ammalarono e quindi fu lui a sostituirli, ricoprendo tutti i ruoli.
Grazie a suo padre Mario – noto critico cinematografico – si avvicinò al cinema, così comprò da Isabella Rossellini la sua prima cinepresa, una Bolex Paillard, con la quale girò i suoi primi cortometraggi (Poesia Solare 1969, Allegoria di Primavera 1971, Elegia Notturna 1973) in formato 8 mm, i quali avevano un’ispirazione di matrice underground. Questi lavori seppur amatoriali, furono visionati da un illustre maestro del cinema, come Roberto Rossellini, che lo spinse a fare domanda per entrare al Centro sperimentale di cinematografia, ove egli dirigeva il corso di regia.
Verdone e il cinema
Dopo il diploma al Centro Sperimentale, Carlo iniziò la sua carriera da attore in un piccolo teatro dove mise in scena il suo primo spettacolo “Tali e quali”. Una sera con il teatro praticamente vuoto, si esibì per un solo spettatore, Franco Cordelli (critico teatrale del giornale Paese Sera). Il giorno seguente uscì una recensione entusiastica con il titolo “È nato il nuovo Fregoli”.
Da lì grazie ad Enzo Trapani – grande regista televisivo – gli fu data la possibilità di farsi conoscere al grande pubblico, divenendo uno dei protagonisti cardine della celeberrima trasmissione “Non Stop” (1978). Proprio grazie a quella trasmissione, fu notato da Sergio Leone che lo fece debuttare nel magico mondo della celluloide, non solo come attore ma anche come regista.
Il 20 gennaio del 1980 uscì il suo primo film Un Sacco Bello, pellicola che poi è divenuta un cult. Tutto il resto è storia, Verdone maestro della comicità è stato capace di accomunare, all’interno delle sue pellicole, l’alto e il basso, ironia e malinconia. Il suo percorso si differenzia nettamente dalla commedia all’italiana, pur raccontando storie che ritraggono uno spaccato della società italiana. Verdone ha preferito dare ai suoi personaggi una connotazione tragica attraverso dei tic e delle nevrosi, virando poi a delle storie più corali, mettendo in luce una sorta di incomunicabilità ironica, evidenziando il suo lato intimistico.
La società era cambiata, non vi era più il predominio dell’uomo sulla donna, anzi i ruoli si erano scambiati e indubbiamente Verdone ne ha colto l’essenza rappresentando uomini fragili, insicuri che subiscono l’amore anziché viverlo. Tutto ciò all’interno di una cornice che alterna toni comici e tragici, pellicola dopo pellicola, battuta dopo battuta, il pubblico ha affollato le sale cinematografiche, affezionandosi alle sue storie e ai suoi personaggi, diventati icone del cinema Italiano. Per tutto questo caro Carlo ti ringraziamo e ti auguriamo un felice compleanno per i tuoi primi settant’anni.
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